Nutrizione

Il prosciutto è cancerogeno? Cosa dicono le linee guida e quanto conta la quantità

1.Il prosciutto è cancerogeno? Sì, secondo l’OMS (ma non è un “veleno”)

Una domanda comune — e più che legittima — è: il prosciutto fa venire il cancro?
La risposta breve, secondo le massime autorità scientifiche internazionali, è : il prosciutto rientra tra le carni processate, e il suo consumo regolare è associato a un aumento del rischio di tumore del colon-retto.

Ma attenzione: questo non significa che una fetta ogni tanto sia un crimine alimentare. Come sempre, il rischio dipende dalla quantità e dalla frequenza.

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2. Cosa significa “carne processata”?

Con “carni processate” si intendono tutti quei prodotti a base di carne trasformata attraverso salatura, stagionatura, affumicatura o l’aggiunta di conservanti chimici (come i nitriti). Rientrano in questa categoria ad esempio:

a) prosciutto cotto e crudo

b) wurstel

c) salame

d) pancetta

e) speck

f) mortadella

3. Che cosa dice l’OMS

Nel 2015, l’IARC, l’agenzia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che si occupa di classificare i cancerogeni, ha inserito le carni processate nel Gruppo 1: ossia, quelle sostanze per cui esistono prove sufficienti di cancerogenicità nell’uomo.

La principale associazione emersa è con il tumore del colon-retto.
Secondo i dati pubblicati su The Lancet Oncology, consumare ogni giorno 50 grammi di carne processata (l’equivalente di circa 2 fette di prosciutto) aumenta il rischio relativo di cancro colorettale di circa il 18%.

4. Non esiste una “soglia sicura”

A differenza di altri agenti cancerogeni  per le carni processate non è stata identificata una dose “sicura”.
Il principio guida è semplice: più se ne consuma, maggiore è il rischio.

Il rischio non è altissimo in termini assoluti, ma è significativo a livello di popolazione, soprattutto quando l’abitudine è quotidiana e protratta nel tempo.
Questo non vuol dire che una fetta di prosciutto ci ucciderà ma è un invito ad un consumo piú moderato e consapevole.

5. Cosa dicono le linee guida ufficiali

Oltre all’OMS, altre autorevoli istituzioni scientifiche si sono espresse chiaramente:

1) WCRF/AICR (Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro): raccomanda di evitare o limitare fortemente le carni processate per ridurre il rischio oncologico.

2) European Code Against Cancer (UE + OMS): invita esplicitamente a evitare le carni processate e a limitare le carni rosse, preferendo fonti proteiche più sicure.

6. Il messaggio chiave

Sì, il prosciutto è classificato come cancerogeno per l’uomo dall’OMS, assieme a tutte le carni processate.
Il rischio riguarda soprattutto il tumore del colon-retto, ed è dose-dipendente: più se ne consuma, più il rischio aumenta.

Ma non serve farsi prendere dal panico: non è un veleno, ma un alimento da usare con parsimonia, come raccomandano le principali linee guida internazionali.

Valerio Gamucci, nutrizionista

Autore - Valerio Gamucci

Biologo nutrizionista Theia, esperto in integrazione e nutrizione sportiva.

FAQ

1. Il prosciutto è davvero cancerogeno?

Sì, secondo l’IARC (OMS) appartiene al Gruppo 1 dei cancerogeni per l’uomo, come il fumo o l’alcol, ma con rischio molto più basso. La classificazione indica “certezza del legame”, non “entità del rischio”.

2. Quanto prosciutto posso mangiare senza rischi?

Non esiste una soglia sicura. Le linee guida invitano a limitarlo il più possibile, privilegiando carni fresche o alternative vegetali.

3. Tutti i tipi di prosciutto sono uguali?

Sì, crudo o cotto, rientrano entrambi nelle carni processate per via della salatura, stagionatura o presenza di nitriti.

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