Mounjaro è il nome commerciale della tirzepatide, un farmaco iniettabile nato per trattare il diabete e recentemente approvato per la gestione clinica dell’obesità, una condizione medica complessa e cronica. La sua efficacia nella perdita di peso è significativa, ma il suo scopo terapeutico principale resta quello di migliorare salute metabolica, ridurre le complicanze associate e facilitare l’adozione di uno stile di vita salutare, più che una semplice perdita ponderale estetica.
Il suo utilizzo è stato autorizzato da EMA per il trattamento dell'obesità in adulti con BMI ≥30, oppure con BMI ≥27 in presenza di comorbidità correlate al peso corporeo, come diabete di tipo 2, ipertensione o apnea ostruttiva del sonno.
La particolarità di Mounjaro è che agisce su due ormoni, non su uno solo:
Il risultato è una riduzione dell’appetito e un minor introito calorico senza obbligare a restrizioni drastiche.
L’obesità non è un semplice problema di mancanza di volontà, ma una patologia cronica influenzata da meccanismi biologici, genetici e ambientali complessi che vanno ben oltre la semplice scelta razionale di cosa mangiare. Tirzepatide agisce direttamente su alcuni di questi meccanismi biologici, rendendo i cambiamenti dello stile di vita realisticamente applicabili e sostenibili.
Negli studi clinici, tirzepatide ha portato a una riduzione media del peso corporeo compresa tra il 15% e il 22%, a seconda del dosaggio utilizzato e delle caratteristiche individuali. Il valore più alto (22,5%) è stato osservato con il dosaggio massimo (15 mg) nello studio SURMOUNT-1 su soggetti con obesità senza diabete.
In pratica, 9 persone su 10 perdono almeno il 5% del peso, e quasi la metà supera il 20%. La perdita inizia già entro le prime 6 settimane (3-5%) e si stabilizza intorno a 12-18 mesi.
Tuttavia, è importante precisare che non tutti i pazienti ottengono questi risultati: la risposta è variabile e dipende da fattori come la dose, l’aderenza alla terapia e le abitudini alimentari e comportamentali. Nei sottogruppi con diabete, il calo ponderale è in genere inferiore (~12-15%).
Oltre alla perdita di peso, Mounjaro ha mostrato miglioramenti su altri aspetti della salute:
a. Colesterolo: ↓ trigliceridi (−22%), ↑ HDL (+6%)
b. Pressione arteriosa: ↓ di 5–6 mmHg
c. Fegato grasso: ridotto in vari sottogruppi (dati post-hoc)
In molti casi, i pazienti riportano più energia, meno fame mentale e miglior controllo della fame emotiva.
Gli effetti più comuni sono gastrointestinali:
a. Nausea: 18–22%
b. Diarrea: 12–14%
c. Vomito: 6–8%
Solitamente si riducono col tempo. Non bisogna forzare l’aumento di dose se i sintomi sono intensi.
Si segnala inoltre la presenza di eventi avversi gravi, la cui frequenza è estramamente bassa (pancreatite acuta: ~0,3 %; calcoli biliari: ~1,4 %).
Tirzepatide è infine controindicata nei soggetti con storia personale o familiare di carcinoma midollare della tiroide o sindrome MEN 2, per un rischio teorico di tumori tiroidei osservato negli studi preclinici su animali. Tale rischio, pur non essendo confermato negli studi sull'uomo, rimane una precauzione riportata nelle schede tecniche ufficiali.
È fondamentale ricordare che ogni farmaco, nessuno escluso, può comportare effetti collaterali. Tuttavia, quelli associati a questa classe farmacologica sono in genere lievi e ben tollerati, all’interno di un profilo di sicurezza ampiamente documentato.
Le campagne mediatiche allarmistiche che dipingono questi farmaci come pericolosi risultano ingiustificate se confrontate con le evidenze scientifiche sul loro impatto positivo in termini di efficacia terapeutica e riduzione del rischio.
La letteratura scientifica è chiara: nella maggior parte dei casi, l’interruzione della terapia con tirzepatide comporta una ripresa del peso perso. Questo accade perché non si può aggirare il principio fondamentale della termodinamica: un bilancio energetico positivo, ovvero un surplus calorico, porta inevitabilmente a un aumento di peso.
Da questa osservazione derivano due considerazioni cruciali:
1. La terapia farmacologica va integrata con interventi psicologici, nutrizionali e comportamentali.
L’obiettivo è aiutare la persona non solo a perdere peso durante il trattamento, ma anche a mantenere i risultati nel tempo, specialmente in caso di interruzione del farmaco. Il farmaco deve essere considerato un supporto, non l’unico strumento.
2. L’obesità è una malattia cronica, recidivante e a eziologia multifattoriale.
La terapia farmacologica non rappresenta un’alternativa alla correzione dello stile di vita, ma è funzionale a essa: rende più facile, meno stressante e più sostenibile nel tempo l’adozione di abitudini alimentari e comportamentali salutari. Il farmaco agisce sulle cause biologiche e genetiche dell’obesità, facilitando così l'applicazione concreta delle modifiche dello stile di vita, che altrimenti risultano spesso difficili o insostenibili per il paziente.Questo concetto potrebeb essere paragonato all’uso degli antidepressivi, che facilitano l’applicazione della psicoterapia nei pazienti con depressione grave. Analogamente, la tirzepatide permette a molte persone con obesità di superare ostacoli biologici e neuro-comportamentali che impediscono loro di aderire ai cambiamenti desiderati. Per questo, in molti casi casi, la terapia farmacologica – come accade per altre patologie croniche – potrebbe dover essere continuata a tempo indefinito per mantenere i benefici ottenuti.
Al momento, tirzepatide non è ancora rimborsata dal Servizio Sanitario Nazionale per l’indicazione obesità in Italia, quindi l’acquisto avviene a carico del paziente.
a. Il costo mensile in farmacia, per i dosaggi da 5 a 15 mg, si aggira tra 280 e 330 euro.
b. Alcune regioni potrebbero introdurre forme di rimborsabilità parziale o criteri di accesso attraverso centri specialistici, ma la situazione è ancora in evoluzione.
In ogni caso, si tratta di una terapia cronica, che per essere efficace richiede una somministrazione prolungata e un accompagnamento strutturato, non un trattamento “spot”.
Mounjaro rappresenta una delle novità terapeutiche più promettenti nel trattamento clinico dell’obesità e delle sue complicanze. Non è un farmaco estetico né un trattamento per una generica perdita di peso, bensì una terapia specifica che facilita e sostiene cambiamenti duraturi nello stile di vita, migliorando la salute metabolica e cardiovascolare dei pazienti affetti da obesità o sovrappeso complicato da altre condizioni.
L’obesità è una condizione cronica e recidivante, e non esistono soluzioni rapide o definitive. Il farmaco può essere un potente alleato, ma non sostituisce la necessità di un percorso strutturato e personalizzato.
La buona notizia è che oggi abbiamo più strumenti che mai per aiutare le persone a ritrovare il proprio equilibrio.
Sì, va prescritto dal medico.
No, funziona ed è indicato anche in chi non è diabetico.
È rimborsato dal SSN solo in alcune regioni e solo in indicazioni specifiche (es. diabette di tipo 2). Per altre indicazioni (come l'obesità) non è ancora rimborsato dal SSN.
Jastreboff A.M. et al., 2022. New England Journal of Medicine – SURMOUNT-1
Frías J.P. et al., 2023. Lancet – SURMOUNT-2
Rosenstock J. et al., 2023. Nature Medicine – SURMOUNT-3
Meta-analisi 2024. PubMed – Tirzepatide vs altri farmaci
ADA 2025. Standards of Care, Sezione 9 – Terapie farmacologiche