Allenamento

Plank: come eseguirlo perfettamente

1. Anatomia e movimento (spiegato facile)

Il plank è un esercizio isometrico di stabilizzazione che coinvolge in modo sinergico diversi distretti muscolari, in particolare il core anteriore (retto dell’addome, trasverso, obliqui), i muscoli stabilizzatori del bacino e, in misura minore, spalle, pettorali e quadricipiti. L’obiettivo principale è mantenere una posizione neutra e controllata, opponendosi alla forza di gravità mantenendo l’isometria.

Dal punto di vista anatomico, la funzione centrale è quella di stabilizzare il rachide, evitando l’iperestensione lombare, il cedimento scapolare o la retroversione eccessiva del bacino. In pratica, è un esercizio pensato per allenare la resistenza muscolare del core in tenuta statica, simulando la capacità del corpo di “restare compatto” in situazioni dinamiche.

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2. Cose da fare (esecuzione corretta) - Step by step

Appoggiati a terra in posizione prona, con gli avambracci paralleli tra loro e i gomiti esattamente sotto le spalle. Le scapole devono essere leggermente abdotte.

Estendi le gambe dietro di te mantenendo i piedi leggermente divaricati e appoggiati sulle punte. Attiva subito i muscoli delle cosce, dei glutei e dell’addome per creare un unico “blocco solido” dal collo ai talloni. 

Mantieni lo sguardo rivolto verso il pavimento per non stressare il tratto cervicale e assicurati che la testa sia allineata alla colonna. 

Il bacino non deve né sollevarsi troppo né cadere verso il basso: immagina di voler creare una linea retta che attraversi il corpo dalla testa ai talloni

Tieni la posizione attivando volontariamente tutto il core, senza cedere alla fatica o compensare con le spalle.

3. Cose da non fare - errori comuni

L’errore più comune è quello di mantenere la posizione senza attivazione consapevole della muscolatura. Spesso si vedono plank con il bacino sollevato troppo in alto, oppure con la schiena inarcata e l’addome rilassato: in questi casi, l’esercizio perde ogni valore funzionale e può addirittura risultare dannoso per la zona lombare. 

Sedere troppo alto con lombare troppo accentuata.

Altri errori frequenti includono spalle poco rigide con scapole eccessivamente addotte (vicine) che collassano, gambe molli o collo piegato all’indietro. Il plank va svolto con estrema motivazione e focus, non come “passatempo” finale.

Per un'esecuzione corretta, allontanare le scapole come in foto (abduzione)

4. Pro tips e biomeccanica

Il plank può essere un buon esercizio per imparare a reclutare in modo simultaneo e controllato tutta la muscolatura stabilizzatrice, soprattutto nei soggetti principianti o in fase di riabilitazione. Tuttavia, è importante sottolineare che si tratta di un esercizio a bassa intensità neuromuscolare, con un coinvolgimento del retto dell’addome inferiore rispetto a molte varianti dinamiche. La mancanza di una vera escursione articolare limita infatti la possibilità di generare stimoli meccanici significativi, specie in contesti di ipertrofia o performance atletica.

Un altro punto da considerare è la rapida adattabilità del corpo a questo esercizio: dopo un certo punto, tenere un plank per tempi prolungati non aggiunge reale beneficio e rischia di trasformarsi in un esercizio di resistenza passiva piuttosto che di attivazione consapevole. Alcuni protocolli prevedono plank “lunghi” anche oltre i due minuti, ma spesso è molto più efficace ridurre il tempo e aumentare la tensione attiva (ad esempio contraendo al massimo glutei e addominali per brevi tratti ad alta intensità).

5. Il plank è un esercizio utile?

Il plank può essere utile in fase iniziale o come parte di un warm-up, ma non dovrebbe rappresentare il cuore dell’allenamento dell’addome. Varianti più attive, come i crunch e il leg raise, sono decisamente più stimolanti per l’addome sia dal punto di vista meccanico che neuromuscolare.

Crunch da sdraiato

Inoltre, il plank non consente un vero lavoro di allungamento dei flessori spinali né permette sovraccarichi significativi, due caratteristiche fondamentali se l’obiettivo è sviluppare una muscolatura addominale forte e visibile. Per questo motivo, pur essendo un esercizio tecnicamente valido e facilmente accessibile, va usato con intelligenza, più come esercizio complementare o di rifinitura che come stimolo principale.

Andrea Ferri, nutrizionista

Luca Franciosi

Biologo nutrizionista e Personal Trainer Theia

FAQ

Quanto tempo bisogna tenere il plank?

Non serve restare minuti interi: 20–40 secondi di contrazione attiva e controllata sono più efficaci di 3 minuti fatti con superficialità e poco focus.

Il plank fa venire gli addominali visibili?

No. Il plank migliora la stabilità e la forza del core, ma la definizione addominale dipende dal bilancio energetico e da esercizi più dinamici come crunch e leg raise.

È meglio farlo su avambracci o a braccia tese?

La versione su avambracci riduce lo stress lombare e cervicale ed è più indicata per principianti o chi vuole un maggiore focus sul core. Quella a braccia tese coinvolge di più spalle e pettorali.

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