Quando si parla di allergia al nichel, la prima cosa da chiarire è che nella stragrande maggioranza dei casi si manifesta come dermatite allergica da contatto.
È la tipica reazione cutanea – arrossamento, prurito, bollicine – che compare nelle zone a contatto prolungato con oggetti contenenti nichel: bottoni dei jeans, bigiotteria, orologi, monete, cinturini metallici.
L’unico modo per confermare un’allergia al nichel è il patch test, un esame eseguito dal dermatologo o allergologo: si applicano sulla schiena piccole camere contenenti il sospetto allergene (nel caso del nichel, solfato di nichel) e si valuta la reazione cutanea dopo 48–96 ore.Se il patch test è positivo, significa che la pelle è sensibilizzata: il sistema immunitario “riconosce” il nichel e scatena una reazione infiammatoria quando la pelle lo tocca.
Qui arriva il punto critico: essere allergici al nichel da contatto non significa automaticamente dover eliminare tutto il nichel dall’alimentazione.
Il nichel è presente in tantissimi cibi (legumi, cacao, frutta secca, cereali integrali) e in tracce persino nell’acqua potabile. Seguire una dieta “low-nickel” senza una reale indicazione non solo è inutile, ma rischia di diventare sbilanciata, restrittiva e di alterare notevolmente la qualità della vostra vita.
Le linee guida internazionali sono molto chiare:
In una minoranza di pazienti con allergia da contatto, l’ingestione di nichel (o un’esposizione sistemica, come infusioni o protesi) può scatenare o riattivare la dermatite. Questo quadro si chiama systemic contact dermatitis (SCD). Quando il trigger è alimentare e oltre alla pelle compaiono sintomi gastrointestinali (gonfiore, dolori addominali, diarrea) si parla di Sindrome Sistemica da Allergia al Nichel – SNAS.
Peccato che...
Se la dermatite allergica da contatto al nichel nella popolazione generale europea è pari a circa 8–19% degli adulti, per la SNAS in senso stretto non esiste una stima robusta di prevalenza a livello di linee guida o metanalisi su popolazione: i dati disponibili sono per lo più serie osservative/centri singoli e non sono considerati “alta evidenza”. Le prove sperimentali dimostrano possibilità di scatenare reazioni avverse con nichel alimentare in una sottopopolazione pari all'1% dei soggetti già positivi al patch-test.
In parole povere: se soffri di dermatite allergica da contatto è ALTAMENTE IMPROBABILE che tu abbia reazioni avverse al nichel alimentare (SNAS).
La Sindrome Sistemica da Allergia al Nichel, va sospettata in chi ha già una dermatite allergica da contatto al nichel e sviluppa eczema diffuso o riaccensione delle vecchie lesioni dopo ingestione di alimenti ricchi di nichel o altre esposizioni sistemiche. Per la diagnosi è necessario rivolgersi a un medico specialista in allergologia, il quale diagnosticherà la SNAS seguendo questi step:
a. Anamnesi - La storia clinica delle reazioni avverse agli alimenti e il rapporto dose-risposta sono fondamentali per arrivare a una diagnosi corretta. Il medico allergologo valuterà i sintomi riferiti e la presenza di una correlazione tra l’assunzione di determinati alimenti e le reazioni avverse. Nella stragrande maggioranza dei casi, i pazienti sono convinti di stare male mangiando alimenti contenenti nichel, ma non si rendono conto di consumarne altri con concentrazioni molto elevate senza accusare alcun disturbo (ad esempio cioccolato fondente, tè, arachidi).
b. Patch test- La diagnosi si basa sul patch test con nichel solfato 5% (gold standard secondo linee guida AAAAI, ACAAI, ESCD), eseguito e interpretato correttamente, e soprattutto sulla correlazione clinica con i sintomi: la sola positività al test non basta. Esami alternativi in vitro (LTT, MELISA) non sono raccomandati per uso routinario, mentre la provocazione orale controllata al nichel è riservata a contesti specialistici o di ricerca.
c. Test di provocazione e dieta di esclusione – Se l'anamnesi e il patch test non sono dirimenti, l'allergologo (non il biologo nutrizionista, non il medico di famiglia, ma SOLO il medico allergologo), può valutare il test di provocazione orale al nichel (oral nickel challenge), l’esame di riferimento per capire se un soggetto allergico al nichel da contatto sviluppa anche reazioni sistemiche quando lo assume con la dieta — cioè per confermare o escludere la SNAS. Si esegue in ambiente medico controllato, somministrando dosi crescenti di nichel (di solito sotto forma di solfato di nichel diluito) e monitorando eventuali reazioni, in confronto a un placebo. È positivo solo se, dopo il nichel e non dopo il placebo, compaiono sintomi coerenti e riproducibili. Questo test è riservato a centri specialistici: non va mai fatto “in autonomia” e serve per decidere se ha senso intraprendere una dieta a basso contenuto di nichel.
Nella grande maggioranza delle persone con allergia al nichel (diagnosticata col patch test), la reazione resta localizzata alla pelle a contatto col metallo. In questi casi, non serve eliminare il nichel dai cibi: sarebbe una restrizione inutile e potenzialmente dannosa per la varietà della dieta.
Se e solo se il medico allergologo ha un reale sospetto di SNAS, allora si può valutare una dieta a basso contenuto di nichel ("senza nichel" è praticamente impossibile).
Le fasi da seguire sono le seguenti:
a. Si fa una prova di 4–6 settimane di dieta a basso nichel ben strutturata, non “a occhio” o basata su liste casuali trovate online, ma seguita da un biologo nutrizionista o dietista che conosca bene questa condizione. È importante che abbia una reale esperienza con queste condizioni, così da saper reperire le tabelle corrette (quelle dei database danesi e tedeschi, gli unici in Europa che classificano gli alimenti in base al contenuto reale di nichel) e possa valutare in modo oggettivo eventuali benefici, evitando giudizi solo soggettivi.
b. Se in questo periodo c’è un miglioramento chiaro e documentabile (es. meno flare cutanei, sintomi GI ridotti), si può valutare di proseguire a cicli o fare reintroduzioni graduali. Se non c’è miglioramento, si interrompe: continuare sarebbe inutile e restrittivo.
Ah, e i pomodori contengono molto meno nichel di quanto pensi.
Ma questa, è un'altra storia.
Se dopo aver letto questo contenuto pensi di aver ricevuto una diagnosi errata per allergia alimentare al nichel, prenota una consulenza gratuita online con un nutrizionista Theia. Cercheremo di aiutarti e valuteremo insieme se possiamo essere un reale aiuto per te affinchè questa possa essere la tua vera ultima dieta.
No, se la tua allergia è solo da contatto non serve modificare la dieta. Le restrizioni si valutano solo se c’è sospetto di SNAS.
Con anamnesi dettagliata, patch test al nichel e, se necessario, test di provocazione orale controllato in ambiente specialistico.
No, il nichel è presente in moltissimi alimenti. Si può solo ridurne l’apporto con una dieta a basso nichel, da seguire sotto supervisione professionale.