Nutrizione

Carbone attivo: funziona davvero contro il gonfiore?

1. Carbone attivo: utile contro il gonfiore, inutile per il “detox”

Lo trovi in capsule, maschere viso e perfino in gelati neri. Ma cos’è davvero il carbone attivo (o carbone vegetale), e serve a qualcosa?

Si tratta di una polvere finissima ottenuta trattando il carbone a temperature molto elevate, rendendolo incredibilmente poroso: un solo grammo può sviluppare fino a 3 000 m² di superficie interna. Grazie a questa struttura, è capace di adsorbire (cioè legare sulla sua superficie) gas, molecole organiche e persino farmaci.

Nella percezione comune è diventato un ingrediente “tuttofare” per depurarsi, dimagrire o “ripulire l’organismo”, ma la realtà scientifica è molto diversa: le indicazioni riconosciute sono poche e ben precise.

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2. Dove il carbone attivo funziona (davvero)

a) Avvelenamenti e overdose (uso medico ospedaliero)

È lo standard nei pronto soccorso per decontaminare lo stomaco dopo un’intossicazione orale. Viene somministrato in forma liquida, alla dose di 1 g per kg di peso corporeo (es. 70-100 g per un adulto), entro 1-2 ore dall’ingestione del tossico.

Nei casi più gravi, può essere ripetuto ogni 4 ore – soprattutto se il farmaco si riassorbe attraverso il fegato (es. carbamazepina, teofillina).

Questo uso è raccomandato da tutte le linee guida internazionali di tossicologia.

b) Gonfiore addominale e gas intestinali

L’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha approvato l’indicazione:

“Il carbone attivo contribuisce alla riduzione dell’eccessiva flatulenza dopo il pasto”.

La dose utile? 1 g prima e 1 g dopo i pasti principali (cioè 3-4 capsule da 250 mg), sempre accompagnate da abbondante acqua. Il beneficio è modesto: riduce il volume di gas e il senso di gonfiore, senza effetti collaterali rilevanti.

3. Dove non funziona (o può far danni)

1) Detox, pelle più chiara, dimagrimento

Il carbone attivo non assorbe le tossine presenti nel sangue, quindi non ha alcun effetto depurativo sistemico. E non fa perdere peso.

2) Ingestione di sostanze corrosive o metalli pesanti

Non lega efficacemente acidi, alcali, solventi, ferro, litio, arsenico. Anzi, in caso di caustici è controindicato, perché può peggiorare la situazione o nascondere lesioni gravi.

3)Cosmetici: denti più bianchi, pelle “purificata”

Maschere e dentifrici al carbone agiscono solo meccanicamente: possono lucidare temporaneamente la pelle o i denti, ma con l’uso ripetuto rischiano di erodere lo smalto o irritare la cute.

4. Quando e come usarlo in modo corretto

Vediamo ora come viene utilizzato nelle uniche due occasioni in cui ha senso farlo: 

a) Gonfiore post-prandiale: uso occasionale e mirato

In caso di distensione addominale o sensazione di gonfiore dopo i pasti, il carbone attivo può offrire un sollievo temporaneo.

1) Dose consigliata: 500–1 000 mg, da assumere con abbondante acqua per favorire il transito intestinale ed evitare effetti collaterali come la stitichezza.

2) Modalità d’uso: al bisogno, per un massimo di 2–3 giorni consecutivi, senza superare i 3 g al giorno.

È importante sottolineare che si tratta di un intervento sintomatico e non risolutivo: in presenza di gonfiore ricorrente, è opportuno indagare le cause con un professionista della salute.

b)  Trattamento medico in caso di overdose

In ambito ospedaliero, il carbone attivo viene utilizzato come antidoto in situazioni di intossicazione acuta o overdose da farmaci.

1) Dose terapeutica: 50–100 g in sospensione acquosa, somministrata una o più volte in base al protocollo clinico.

2) Contesto d’uso: esclusivamente sotto supervisione medica, in ambiente ospedaliero.

Questo impiego richiede competenze specifiche e non deve essere replicato autonomamente.

5. Messaggio chiave

Il carbone attivo è uno strumento d’emergenza nei casi selezionati di avvelenamento, e può aiutare modestamente a ridurre il gonfiore addominale se assunto nel modo e nelle dosi previste dal claim UE. Tutti gli altri usi come “detox”, “brucia-grassi” o “purificante” non hanno basi scientifiche e rischiano solo di interferire con l’assorbimento di farmaci e nutrienti.

Valerio Gamucci, nutrizionista

Autore - Valerio Gamucci

Biologo nutrizionista Theia, esperto in integrazione e nutrizione sportiva.

FAQ

1. Il carbone attivo depura davvero il corpo?

No. Il carbone attivo agisce solo nell’intestino e non raggiunge il sangue, quindi non ha alcun effetto “detox” sistemico.

2. Posso prenderlo per sgonfiarmi dopo un pasto pesante?

Sì, a dosi di 500–1 000 mg prima e dopo il pasto, accompagnato da abbondante acqua. L’effetto è lieve ma percepibile.

3. Può essere pericoloso?

Sì, se usato male: può bloccare l’assorbimento di farmaci, causare nausea o stitichezza, e in casi rari ostruzioni intestinali. Mai prenderlo in caso di ingestione di sostanze caustiche o se si hanno problemi digestivi seri.

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