Su internet e nei social si leggono spesso affermazioni che fanno venire i brividi: “il digiuno uccide il cancro”, “le diete mima-digiuno sostituiscono la chemioterapia”, “non servono le cure se togli lo zucchero”.
Ma cosa dice davvero la scienza? Possiamo considerare il digiuno una terapia oncologica?
La risposta, oggi, è chiara: no, il digiuno non cura il cancro, né può sostituire i trattamenti oncologici. È un’area di ricerca interessante, ma non è una terapia.
Le linee guida ufficiali di enti come ASCO (American Society of Clinical Oncology), ESMO (European Society for Medical Oncology) e NCI (National Cancer Institute) sono molto chiare su questo punto.
🔹 ASCO sottolinea che non ci sono prove sufficienti per raccomandare diete particolari (cheto, digiuno, ecc.) come trattamento antitumorale.
🔹 ESMO e NCI avvertono che la malnutrizione nei pazienti oncologici è frequentissima e associata a:
1) maggiori effetti collaterali della chemioterapia;
2) più infezioni;
3) peggior sopravvivenza.
Insomma: chi è malnutrito tollera peggio le terapie e rischia di interromperle.
Negli ultimi anni, alcuni studi preliminari hanno valutato l’effetto del digiuno o delle cosiddette diete mima-digiuno (FMD) durante le terapie oncologiche. Vediamo cosa ne è emerso.
a) In alcuni piccoli studi pilota, la FMD ha mostrato una riduzione della tossicità della chemioterapia (meno nausea, meno infiammazione).
b) Solo In alcuni contesti molto specifici (es. neoadiuvante per tumore alla mammella), sono emersi piccoli miglioramenti nei marker metabolici.
c) I campioni di pazienti sono piccoli e gli studi spesso non randomizzati.
d) Manca ancora evidenza clinica forte su sopravvivenza, remissione o vantaggi duraturi.
e) Nessuno di questi studi giustifica l’uso del digiuno al di fuori di protocolli sperimentali controllati.
Quello che davvero preoccupa gli oncologi e i nutrizionisti clinici è ciò che si perde con il digiuno, non ciò che (forse) si guadagna:
Il digiuno può portare a una perdita non intenzionale di peso e massa muscolare (sarcopenia), che è un fattore prognostico negativo nei pazienti oncologici.
Un paziente debole e denutrito tollera peggio i trattamenti e può arrivare a sospenderli o ridurre le dosi. Non è un rischio da sottovalutare.
Molti pazienti, leggendo in rete storie decontestualizzate o messaggi sensazionalistici, finiscono per ritardare le cure o abbandonare i protocolli oncologici standard. Questo può avere conseguenze gravissime.
Se stai seguendo una terapia oncologica e stai pensando al digiuno, non fare nulla da solo. Parla sempre con il tuo oncologo e, se disponibile, con un dietista clinico specializzato in nutrizione oncologica.
Nella maggior parte dei casi, l’obiettivo nutrizionale durante le terapie è:
a) mantenere un apporto adeguato di energia e proteine;
b) evitare la perdita di peso e massa muscolare;
c) gestire nausea, disgeusia o perdita di appetito in modo personalizzato.
IL DIGIUNO NON CURA IL CANCRO!
Ad oggi, non esistono prove cliniche solide che migliorino la sopravvivenza o l’efficacia delle terapie.
È un’area promettente per la ricerca, ma non ha alcun ruolo terapeutico standard, e può esporre a rischi seri se applicata senza controllo.
L’alleato più potente contro il cancro resta una terapia oncologica appropriata, accompagnata da una nutrizione clinica mirata, che protegga il corpo, non lo indebolisca.
No. Non esistono prove scientifiche che il digiuno curi il cancro o migliori la sopravvivenza. Le linee guida internazionali lo escludono come trattamento.
Alcuni studi preliminari suggeriscono meno nausea e infiammazione, ma i campioni sono piccoli e i dati non bastano per raccomandarle nella pratica clinica.
La malnutrizione: perdita di peso e massa muscolare riducono la tolleranza alle cure e peggiorano la prognosi. Per questo, l’obiettivo nutrizionale è mantenere forza ed energia, non ridurle