La spirulina — nome scientifico Arthrospira platensis — è una micro-alga blu-verde che negli ultimi anni ha conosciuto un’enorme popolarità. Venduta come integratore in polvere o compresse, viene spesso descritta come un “superfood” grazie al suo contenuto di proteine complete (fino al 70 % del peso secco), ferro biodisponibile, ficocianina, carotenoidi, vitamina B12-like (pseudovitamina, non attiva nell’uomo) e acido γ-linolenico.
Ma cosa dice la scienza su questa alga così densa di nutrienti? Funziona davvero per dimagrire? Aiuta il colesterolo? È sicura? In questo articolo facciamo chiarezza, distinguendo i benefici con prove solide da quelli ancora da dimostrare.
Le migliori evidenze disponibili arrivano da studi randomizzati e meta-analisi su adulti, spesso in condizioni come obesità, sindrome metabolica o ipertensione. Gli effetti osservati sono modesti ma coerenti, soprattutto quando l’integrazione è associata a uno stile di vita sano.
Una meta-analisi su soggetti obesi o anziani ha evidenziato che la spirulina, assunta per almeno 8 settimane a dosaggi superiori ai 2 grammi al giorno, può aiutare a perdere in media 1,3 kg di peso e ridurre l’indice di massa corporea (BMI). L’effetto è trascurabile nei normopeso e non va visto come trattamento dimagrante in sé. Dobbiamo inoltre ricordare che non ci sono studi a lungo termine e per questo sono necessarie utlerori ricerche
L’integrazione con spirulina può abbassare il colesterolo LDL di circa 10 mg/dL, i trigliceridi fino a 25 mg/dL e aumentare l’HDL di qualche punto. L’efficacia è dose-dipendente e si potenzia con l’attività fisica regolare. Anche in questo caso, non si tratta di una terapia alternativa, ma di un aiuto nutraceutico aggiuntivo.
In soggetti con pressione elevata o sindrome metabolica, la spirulina ha dimostrato una riduzione media di circa 4 mmHg della sistolica e 3 mmHg della diastolica. Una riduzione di questa entità chiaramente non è rilevante per la prevenzione di potenziali patologie
Numerosi studi riportano una riduzione della proteina C reattiva (CRP) e dei marker ossidativi come il malondialdeide (MDA), con un aumento di enzimi antiossidanti . Questi effetti suggeriscono una potenziale azione anti-infiammatoria sistemica, ma restano da chiarire le implicazioni cliniche a lungo termine che ad oggi risultano assenti.
In altri contesti, la spirulina mostra risultati deboli e contrastanti, servono quindi studi più robusti prima di trarre conclusioni.
1) Glicemia e diabete: piccoli RCT indicano una riduzione della glicemia a digiuno (−4/7 mg/dL), ma l’effetto sull’HbA1c è incostante. Serve cautela prima di consigliarla in ambito diabetologico.
2) Fegato e steatosi epatica: studi pilota in soggetti con NAFLD hanno mostrato miglioramenti delle transaminasi e del grasso epatico, ma i numeri sono piccoli e manca una standardizzazione delle dosi.
3) Allergie e immunità: qualche dato su aumento delle IgA salivari e riduzione dei sintomi della rinite allergica, ma i trial coinvolgono meno di 100 partecipanti.
4) Chelazione di metalli pesanti: al momento, solo studi su animali o modelli cellulari; nessuna prova clinica nell’uomo.
Nonostante sia generalmente ben tollerata, la spirulina non è esente da effetti indesiderati.
1) Sintomi gastrointestinali: nausea, gonfiore, meteorismo e feci verdastre sono segnalati nel 5–15 % dei soggetti.
2) Epatotossicità: sono stati riportati rari casi di danno epatico, in genere legato a contaminanti. Il rischio è basso ma reale.
3) Contaminazione: se la spirulina non è coltivata in condizioni controllate, può contenere microcistine (tossine epatiche), metalli pesanti o batteri nocivi. È quindi essenziale acquistare solo da produttori certificati.
4) Autoimmunità e farmaci: per il suo effetto immunostimolante (interferone γ), è meglio evitarla in caso di malattie autoimmuni o terapia immunosoppressiva. Inoltre, può interagire con farmaci ipoglicemizzanti o anticoagulanti per il contenuto di vitamina K.
Chi vuole integrare la spirulina dovrebbe considerare i seguenti dosaggi:
1) Per migliorare il profilo lipidico : 2–4 grammi al giorno per almeno 8–12 settimane, con monitoraggio finale del valore lipidico per vedere gli effetti ottenuti.
2) Come supporto al dimagrimento: 2–6 grammi al giorno in combinazione a una dieta ipocalorica per 3–4 mesi. Il beneficio addizionale è intorno a 1 kg.
3) Come proteina vegetale antiossidante: 1–3 grammi al giorno in modo continuativo, adatta anche per vegetariani o vegani con scarso apporto proteico o di ferro.
In ogni caso, è opportuno iniziare con 1 grammo al giorno, salendo progressivamente se ben tollerata. In soggetti fragili o politerapici, è prudente parlarne prima con il proprio medico
La spirulina è un multinutriente interessante, con effetti reali ma di entità modesta, più utili come supporto che come trattamento. Funziona meglio se associata a dieta sana, movimento e stili di vita corretti.
È però essenziale sceglierla con attenzione, verificare la qualità del prodotto e rispettare i dosaggi. In particolare, chi ha patologie epatiche, autoimmuni o assume molti farmaci dovrebbe confrontarsi con un professionista prima di iniziare l’integrazione.
Insomma, non aspettiamoci risultati miracolosi. I superfood non esistono: esistono solo scelte coerenti nel tempo.
Nei pazienti in forte sovrappeso o diabetici, sì, ma in modo debole. Può favorire una perdita di peso di circa 1 kg, se assunta per almeno 8 settimane insieme a una dieta equilibrata.
In rari casi, sì. Sono stati segnalati episodi di epatite acuta, soprattutto con integratori ad alto dosaggio o di dubbia qualità. È importante scegliere prodotti certificati e, se si assumono farmaci, monitorare la funzionalità epatica.
Meglio evitarla. Per via del suo effetto immunostimolante, può peggiorare alcune malattie autoimmuni o interferire con terapie immunosoppressive. In questi casi è fondamentale consultare un medico prima dell’uso.