Le alzate frontali con manubri sono un esercizio di isolamento dedicato principalmente al deltoide anteriore, ovvero i fasci frontali del muscolo deltoide, che rivestono la spalla.
Durante l’esercizio vengono coinvolti anche il trapezio superiore come stabilizzatore, il pettorale clavicolare in minima parte, soprattutto con carichi molto pesanti o traiettorie più strette, il bicipite brachiale come sinergico in isometria, soprattutto se il gomito non è completamente esteso.
Il movimento consiste in una flessione dell’omero, ossia un sollevamento controllato del braccio in avanti mantenendo il gomito leggermente piegato e arrestando la traiettoria a circa l’altezza degli occhi o poco sopra.
a. Assumi una posizione stabile: piedi alla larghezza delle anche, ginocchia leggermente flesse, core contratto.
b. Tieni i manubri con presa neutra (palmi rivolti verso l’interno) o prona (palmi verso il pavimento), in base alla tua preferenza e mobilità.
c. Parti con le braccia distese davanti alle cosce, con una leggera flessione dei gomiti.
d. Solleva un manubrio alla volta o entrambi insieme, mantenendo la traiettoria parallela al tronco.
e. Fermati all’altezza delle spalle o degli occhi, evitando di superare i 90° per non sovraccaricare l’articolazione.
f. Contrai il deltoide anteriore in alto, poi scendi lentamente, mantenendo sempre il controllo. La discesa è importantissima, più controllata sarà, maggiore sarà lo stimolo allenante.
g. Ripeti mantenendo la stessa escursione e controllo a ogni ripetizione.
❌ Non slanciarti con il busto per aiutare il sollevamento: è uno degli errori più comuni e rende l’esercizio quasi inutile, neutralizzando l’intensità sulla spalla. Piuttosto che sfruttare compensi di questo tipo è meglio abbassare il peso.
❌ Non tenere le braccia troppo tese o rigide: una leggera flessione di gomito protegge l’articolazione.
❌ Non superare l’angolo di 90°: il deltoide anteriore perde efficacia e aumenta lo stress sulla spalla.
❌ Non alzare i trapezi: alzare le spalle per compensare riduce l’isolamento del deltoide. Un minimo di reclutamento dei trapezi è comunque fisiologico, ma l’esercizio non deve diventare una scrollata.
❌ Non iniziare con carichi troppo alti: è un esercizio non adatto alla forza bruta e con un certo limite nella possibilità di caricare. Conviene considerarlo più come un finisher a ripetizioni medio-alte, da associare un altro esercizio più adatto a carichi elevati.
A livello biomeccanico, le alzate frontali sono un esercizio semplice ma molto specifico. L’attivazione si concentra quasi esclusivamente sul deltoide anteriore, e per questo motivo non dovrebbero mai sostituire esercizi multiarticolari come le spinte sopra la testa (es. military press o lento avanti), ma casomai integrarli.
Dal punto di vista dell’efficacia, le alzate frontali sono meno potenti rispetto alle spinte verticali con bilanciere o manubri, ma risultano utilissime per chi vuole focalizzarsi su definizione, simmetria o riattivare un deltoide pigro.
Il limite più grande delle alzate frontali è che la tensione in massimo allungamento è praticamente inesistente. Varianti con i cavi sono sicuramente da preferire per limitare questa problematica, in quanto garantiscono una tensione continua durante tutta l’esecuzione dell’esercizio. Inoltre, esercizi fondamentali come military press o lento avanti hanno un focus non solo in allungamento (il carico spinge in basso, garantendo uno stretch alla spalla) ma coinvolgono anche il deltoide mediale, trapezi e romboidi, consentendo un allenamento a tutto tondo della spalla.
Un aspetto interessante riguarda la rotazione del braccio: eseguire l’alzata con presa prona attiva un po’ di più il deltoide anteriore, mentre con presa neutra si ha una traiettoria più naturale e meno stressante per l’articolazione. Entrambe le versioni sono valide, ma in presenza di instabilità scapolare o dolore, è preferibile partire dalla versione neutra. Se invece non si hanno problemi e si vuole massimizzare il focus sul deltoide anteriore, è consigliabile la presa prona.
Una variante interessante è l’alzata frontale con disco: la presa larga e la simmetria obbligata richiedono più stabilizzazione e attivano in modo diverso i muscoli posturali. È anche molto utile per chi si allena in una palestra affollata, con pochi manubri disponibili, o per introdurre un nuovo stimolo. Tuttavia, il disco ha un raggio d’azione diverso, e spesso costringe a una traiettoria meno personalizzabile e ad un obbligo della presa neutra (che ha meno focus sul deltoide anteriore).
Un’altra variante è quella alternata, che permette di mantenere meglio il focus su un lato alla volta, ridurre il carico sistemico e correggere eventuali asimmetrie, molto utile soprattutto dal punto di vista riabilitativo.
No, sono un esercizio di isolamento per il deltoide anteriore. Non coinvolgono in modo efficace gli altri distretti delle spalle e non sono adatte allo sviluppo di forza globale come le spinte sopra la testa.
Dipende. La presa neutra è più naturale e adatta a chi ha problemi di mobilità o instabilità scapolare. La presa prona accentua il focus sul deltoide anteriore ma può essere più stressante per l’articolazione.
Non è consigliato. L’esercizio funziona meglio con carichi moderati e controllo tecnico. Slanci e compensi annullano il lavoro sul deltoide e aumentano il rischio di infortunio.