Nutrizione

Alimentazione plant-based: più vegetali, più salute (senza estremismi)

1. Introduzione: perché ha senso spostarsi (anche solo un po’) verso il vegetale?

Negli ultimi anni è emerso un messaggio chiaro: aumentare la quota di alimenti vegetali nella propria dieta, anche senza diventare del tutto vegetariani o vegani, è una scelta vantaggiosa sotto molti punti di vista. Non serve stravolgere tutto: già una transizione parziale verso cibi vegetali interi può avere impatti positivi su salute, ambiente e portafoglio. E non si tratta di moda, ma di evidenze scientifiche sempre più solide.

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2. I benefici reali di una dieta plant-based (ben fatta)

Una dieta plant-based ben fatta porta benefici su più fronti. Per cuore e metabolismo, riduce il rischio cardiovascolare del 15% e abbassa il colesterolo LDL. Aiuta a mantenere un peso sano e riduce l’incidenza di diabete tipo 2, purché basata su alimenti integrali e non su junk food vegano (spesso ipercalorico, per quanto vegano).

Sul fronte tumori, meno carne rossa e più fibre si associano a un minor rischio di neoplasie gastrointestinali. Anche il microbiota ci guadagna: legumi e cereali integrali aumentano il butirrato e abbassano l’infiammazione.

L’ambiente ringrazia: una dieta vegetale può tagliare le emissioni alimentari del 40–50%. E il portafoglio pure, con un risparmio medio del 20% sulla spesa proteica, grazie a legumi e cereali sfusi.

3. Attenzione al "Junk food Vegano!"

Non tutto ciò che è vegano è automaticamente sano. Negli scaffali dei supermercati e nelle pubblicità online spuntano ogni giorno nuovi prodotti a base vegetale: burger di ceci, formaggi “plant-based”, snack proteici e dolci vegani. Ma attenzione: per renderli più gustosi e vendibili, molti di questi alimenti vengono arricchiti con oli raffinati, quantità eccessive di sale e zuccheri o amidi modificati. Il risultato? Prodotti sì vegani, ma spesso ipercalorici, poco sazianti e ultra-processati.

Questo fenomeno, guidato più dal marketing che dalla scienza della nutrizione, rischia di far deragliare anche le migliori intenzioni. Un burger vegetale ricco di additivi non è paragonabile, per valore nutrizionale, a un piatto di lenticchie con cereali integrali. Per trarre davvero beneficio da una dieta plant-based è importante focalizzarsi su cibi vegetali interi, cucinati in modo semplice, con pochi ingredienti e senza eccessi nascosti.

In pratica: meno etichette chilometriche, più ingredienti riconoscibili. Più zuppe di legumi e meno “crocchette vegane” pronte al forno.

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4. La nuova Piramide Mediterranea 2025: cosa ci insegna

L’ultima revisione della Piramide Alimentare Mediterranea (edizione 2025) propone una visione più moderna e sostenibile dell’alimentazione quotidiana:

a. Base ampia di verdura, frutta, legumi e cereali integrali, da consumare ogni giorno e in abbondanza.

b. Olio extravergine d’oliva come grasso principale, da usare a crudo.

c. Pesce azzurro, uova e latticini stagionati in piccole quantità, ma presenti e usati con consapevolezza.

d. Occasionalità per carni rosse e dolci, senza demonizzazioni estreme.

Il risultato è un modello alimentare plant-forward, cioè orientato al vegetale ma compatibile con la cultura mediterranea.

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5. Come applicare tutto questo, senza stress né estremismi

Ecco alcuni consigli pratici per approcciarti a questa transizione:

Immagina il tuo piatto come un “80/20” ben calibrato: l’80% del volume proviene da cibi vegetali — verdura, frutta, legumi, cereali integrali — mentre il restante 20 % può ospitare alimenti animali selezionati, scelti con criterio (un po’ di pesce azzurro o uova, ad esempio). A fondamento di tutto ci sono i legumi: puntare ad almeno tre porzioni a settimana, affiancati ogni giorno da una manciata di frutta secca o semi, garantisce proteine di qualità, fibre e micronutrienti preziosi.

Per coprire l’intero spettro degli amminoacidi essenziali basta far convivere, nella stessa giornata, cereali integrali e legumi — non è necessario mangiarli nello stesso pasto; l’importante è che compaiano entrambi nelle 24 ore. E sì, le proteine vegetali vanno considerate.

Il grasso di elezione rimane l’olio extravergine d’oliva usato a crudo, cuore della dieta mediterranea e prima linea di difesa contro l’infiammazione e radicali liberi.

Se vuoi concederti “eccezioni intelligenti”, riserva i formaggi stagionati o la carne rossa a momenti sociali particolari, trasformando ciò che è saltuariamente speciale in un piacere da gustare con consapevolezza. Quanto ai supplementi, vanno scelti con la stessa logica: una vitamina B12 è utile se mediamente consumi meno di una porzione animale al giorno, mentre la vitamina D diventa quasi obbligatoria nei mesi invernali, quando l’esposizione solare è scarsa.

Infine, occhio al greenwashing (strategia di marketing con cui un'azienda fa apparire i propri prodotti come ecologici, salutari o sostenibili… senza che lo siano davvero): un buon prodotto vegetale non ha bisogno di liste ingredienti chilometriche. Scegli etichette con al massimo cinque componenti, senza oli tropicali o zuccheri tra i primi posti: solo così la scelta “verde” resta davvero salutare, sostenibile… e sincera.

6. Rischi da prevenire e a cui fare attenzione (basta poco)

a. Rischio di carenza di vitamina B12 o omega-3 EPA ----- Vai agli articoli! Integrazione B12 --- Omega 3 e dieta vegana

➜ Integra con 50 mcg/die o 2000 mcg/sett. (quantità di mantenimento) di metilcobalamina o cianocobalamina e considera un olio di alghe se segui un’alimentazione totalmente vegetale.

b. Ferro poco assorbibile dai vegetali

➜ Combina sempre legumi con fonti di vitamina C (come agrumi, kiwi o peperoni) e evita tè e caffè durante i pasti, perché ostacolano l’assorbimento del ferro non-eme.

c. Apporto proteico insufficiente negli sportivi ----- Vai all'articolo! Proteine e dieta vegana

➜ Aggiungi regolarmente alimenti ad alta densità proteica vegetale come tofu, tempeh, seitan o proteine in polvere, laddove vi sia un fabbisogno alto e difficilmente raggiungibile solo dall'alimentazione. Inoltre, un aumento di consumo di alimenti vegetali aumenta in modo diretto il fabbisogno proteico giornaliero, per sopperire alla diminuita assunzione di proteine ad alto valore biologico.

d. Difficoltà legate alla vita sociale o alla praticità

➜ Non servono estremismi: adatta il tuo approccio alla realtà quotidiana, aumentando i vegetali senza rinunciare a occasioni conviviali o soluzioni pratiche.

Considerazioni finali

Aumentare l’assunzione di alimenti vegetali non è una moda, ma una strategia fondata su dati solidi per vivere meglio e in modo più sostenibile.Non servono rinunce eroiche: più legumi, meno insaccati; più verdura e cereali integrali, meno prodotti processati. Basta cominciare.

Andrea Ferri, nutrizionista

Luca Franciosi

Biologo nutrizionista e Personal Trainer Theia

FAQ

Plant-based significa vegano?

No: può includere piccole quantità di alimenti animali, purché siano sostenibili e qualitativi.

Come posso iniziare senza stravolgere tutto?

Riduci la carne a 1–2 volte a settimana, punta su legumi e verdure ogni giorno e scegli cereali integrali.

Devo prendere integratori?

Solo in certi casi: B12 se i prodotti animali sono poco frequenti, vitamina D se non ti esponi al sole.

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